Disturbo di panico. Decorso

Decorso del disturbo di panico

decorso del disturbo di panico
Scritto da Adriano Legacci

Il disturbo di panico, caratterizzato inizialmente da attacchi di panico improvvisi e saltuari, può evolversi fino a diventare cronico ed associarsi all’agorafobia.

Decorso del disturbo di panico. Quanto dura nel tempo?

Decorso del disturbo di panico. Il disturbo di panico è una condizione estremamente diffusa, con una tendenza a diventare cronica (Gordeev, 2008). In molti casi si presenta come un disturbo cronico che, nel tempo, tende a sfumare e calare di gravità (Sarti et. al., 2000).

Il decorso del disturbo di panico usuale appare infatti cronico, ma costituito anche da alti e bassi. Alcuni individui possono soffrire di crisi episodiche con intervalli di remissione di anni, ed altri possono presentare una sintomatologia grave in modo continuativo (DSM-IV-TR, 2001).

Se il decorso del disturbo di panico è cronico, possono diventare frequenti anche gli attacchi di panico paucisintomatici, ovvero attacchi di panico in cui la paura improvvisa o l’ansia sono accompagnate da meno di 4 dei 14 sintomi indicati dal DSM-IV come criteri diagnostici. (DSM-IV-TR, 2001).

Sarti et al. (2000) descrivono un modello tipico di esordio, caratterizzato da attacchi di panico improvvisi e saltuari che progressivamente diventano più frequenti e vengono associati alla paura di sperimentare nuovi attacchi; da questo punto in poi, si riscontra, spesso, la concretizzazione e l’incremento, nel tempo, di comportamenti di evitamento dell’ansia.

Nel disturbo di panico con agorafobia, in genere l’esordio dell’agorafobia si colloca entro il primo anno in cui si manifestano ricorrenti attacchi di panico. Il decorso dell’agorafobia all’interno di questo disturbo è variabile: in alcuni casi la riduzione o scomparsa degli attacchi di panico può corrispondere ad una proporzionale riduzione o scomparsa dell’ansia o dell’evitamento agorafobico, mentre in altri casi l’agorafobia può cronicizzarsi indipendentemente dal decorso degli attacchi di panico (DSM-IV-TR, 2001).

Sembra che il decorso del disturbo di panico con agorafobia sia più grave e complicato rispetto a quello del disturbo di panico senza agorafobia (Sarti et al., 2000).

Decorso del disturbo di panico. La classificazione di Takeuchi et al.

In riferimento al decorso del disturbo di panico un gruppo di studiosi giapponesi afferenti al dipartimento di psichiatria dell’ Ichihara Hospital (Teikyo University School of Medicine, Chiba) ha identificato quattro principali tipologie di disturbo di panico.

La classificazione proposta da questi autori (Takeuchi T. et al., 1992) è nata da osservazioni cliniche, che hanno portato all’individuazione di quattro categorie, suddivise in base a due criteri fondamentali: decorso clinico del disturbo e presenza di sintomi nevrotici o depressivi.

  1.  Tipo I, in cui l’unico sintomo manifestato è il singolo attacco di panico.
  2. Tipo II, in cui gli attacchi di panico isolati si verificano frequentemente senza essere accompagnati da sintomi nevrotici o depressivi.
  3. Tipo III, caratterizzato da attacchi di panico ricorrenti e un graduale sviluppo di sintomi nevrotici, come ansia anticipatoria, ansia generalizzata, agorafobia o ipocondria.
  4. Tipo IV, che comprende tre sottocategorie:
    1. Tipo IV-1, in cui lo sviluppo di sintomi depressivi è secondario agli attacchi di panico e, con l’avanzare del decorso, la depressione maggiore arriva a coesistere con il disturbo di panico
    2. – Tipo IV-2, in cui il disturbo di panico si trasforma progressivamente in una depressione maggiore
    3. – Tipo IV-3, in cui gli attacchi di panico e i sintomi depressivi sono indipendenti gli uni dagli altri

In merito alle conclusioni ricavate dallo studio di Takeuchi T. et al. (1992), condotto su un paziente maschio con un singolo attacco di panico e 92 pazienti con disturbo di panico, gli autori ipotizzano l’esistenza di un processo in cui alcuni pazienti che sperimentano attacchi di panico sviluppano in seguito varie reazioni che possono condurre a delle nevrosi.

Gli autori, nel considerare i sintomi clinici ed il decorso del disturbo di panico, utilizzano il concetto teorico di nevrosi d’ansia, assumendo che la natura del legame tra disturbo di panico e nevrosi d’ansia è rintracciabile nel processo in cui i sintomi psicologici nevrotici appaiono secondariamente, sovrapponendosi agli iniziali sintomi biologici del disturbo di panico. Questo tipo di processo è definito dagli autori come “nevrotizzazione” (Takeuchi T. et al., 1992).

Secondo questa teoria, i sintomi nevrotici si manifestano quando i conflitti latenti vengono attivati attraverso l’abbassamento dei livelli di funzionalità fisiologica provocato dai ricorrenti attacchi di panico.

Gli autori, relativamente al decorso del disturbo di panico e nell’individuazione delle quattro categorie, hanno voluto considerare anche la comorbidità con la depressione, poiché da numerose ricerche è emersa una significativa correlazione tra il disturbo di panico ed il disturbo depressivo. Gli autori citano, a riguardo, lo studio di Breier et al., del 1985, sulle relazione tra disturbo di panico e depressione; le ricerche su comorbidità, efficacia degli antidepressivi e predisposti tratti di personalità condotte da Aizawa et al. nel 1985, e lo studio di Leckmann et al., del 1983, sui fattori ereditari e familiari.

Dallo studio di Takeuchi T. et al. (1992) sul decorso del disturbo di panico  emerge una principale caratteristica di eterogeneità appartenente al disturbo di panico.

La classificazione consente lo sviluppo di alcune riflessioni: il tipo I suggerisce che questo tipo di disturbo si manifesta anche nelle condizioni non cliniche del disturbo di panico e che il tipo IV indica una relazione tra disturbo di panico e disturbi depressivi. Tuttavia, la maggior parte dei disturbi di panico viene classificata nel tipo III e nel tipo IV-1, che corrispondono alle descrizioni cliniche delle nevrosi d’ansia (Takeuchi T. et al.,1992).

Sull'Autore

Adriano Legacci

Già direttore dell'equipe di psicologia clinica presso il poliambulatorio Carl Rogers e l'Associazione Puntosalute, San Donà di Piave, Venezia.
Attualmente Direttore Pagine Blu degli Psicoterapeuti.
Opera privatamente a Padova e a San Donà di Piave.
Psicoterapia individuale e di coppia.
Ansia, depressione, attacchi di panico, fobie, disordini alimentari, disturbi della sfera sessuale.
Training e supervisione per specializzandi in psicoterapia

2 Commenti

  • Io a da marzo che o tremore le mani i piedi ghiacciano il respiro affannoso la bocca dello stomaco me la sento che gonfia mi viene da svenire aveva un 2 settimane che tt qst era passato ma è ritornato ma tt qst senza farmaci può passare ?

    • Marilena, esistono casi in cui questi sintomi regrediscono spontaneamente in un breve arco temporale. Più frequentemente tendono a stabilizzarsi e a mantenersi nel tempo. Un supporto farmacologico può certamente rivelarsi utile ma non costituisce la reale soluzione al problema. Le suggerisco, qualora i sintomi tendano a ripetersi, di valutare la possibilità di consultare uno psicoterapeuta.

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